mercoledì 29 febbraio 2012

UN PO' DI CULTURA: MUSEI

Circa un mese fa è uscito in edicola il consueto albo di Dylan Dog, siamo ormai arrivati al numero 305. 25 anni di incubi targati, come sempre, Sergio Bonelli Editore.

Perché mi voglio soffermare un attimo su questo albo in particolare?

Dylan Dog 305 "Il museo del crimine"

Il titolo di questo numero di febbraio è “Il museo del crimine”, fin qui nulla di strano all’interno della testata Dylandoghiana; ma se ci si ferma un attimo a pensare bene, il titolo è abbastanza inquietante (sia ben inteso, non è l’unico dell’intera saga).
Per quanto mi riguarda ho sempre pensato ad un museo come a qualcosa di straordinario per il quale vale la pena spendere qualche soldo, soprattutto se si è in un luogo che nell’arco della vita, forse, non si rivedrà mai più.

Penso a tutti i musei che ci sono a Londra, a Madrid (due città che ho visitato e che mi sono rimaste nel cuore per svariati motivi).

Londra

Madrid

Per quanto riguarda la città Inglese, un museo che mi è rimasto particolarmente impresso è quello dei trasporti (London Transport Museum) il quale ci fornisce un’ampia gamma di tutti i mezzi che sono stati usati a Londra tra la prima metà dell’800 fino ai giorni nostri.
Piantine, mezzi di locomozione, divise, video che ritraggono l’evoluzione dei trasporti nella capitale Inglese. Pensare che nella seconda metà dell’800 esistevano già tre linee della metropolitana la dice lunga su quanto tengano i Londinesi alla comodità di muoversi all’interno (ed anche all’esterno) della propria città.
Il palazzo in stile Vittoriano dove sorge questo museo è situato in Covent Garden, zona centrale e molto colorata di Londra proprio vicino alla Royal Opera House.
C’è anche la possibilità di salire su alcuni mezzi addobbati come all’epoca con manichini raffiguranti proprio le persone di un tempo, i materiali che si usavano un tempo e tante altre cose di sicuro interesse e perché no, anche di divertimento.

Una sala del London Transport Museum

Sicuramente interessante come tanti altri musei sparsi per la capitale come il British Museum che tra le opere principali vanta la “Stele di Rosetta” o la National Gallery situata nella imponente Trafalgar Square che può sfoggiare tra le attrazioni principali, opere di Michelangelo, Mantenga, Piero della Francesca, Raffaello e tantissimi altri grandi dell’arte mondiale.

Insomma, se si è a Londra non si può non far tappa, per lo meno in questi tre luoghi di cultura.

British Museum

La National Gallery nell'imponente Trafalgar Square

Per quanto riguarda invece la capitale Spagnola il discorso è bene o male simile in fatto di musei e di cultura.
Nessuno dei tre musei che sto per elencare mi è rimasto impresso in particolar modo, tutti e tre mi hanno lasciato qualcosa.

Il primo che ho visitato è il “Thyssen Bornemisza”, praticamente una gigantesca pinacoteca situata lungo il Paseo del Prado che raccoglie tutte le opere di Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza, importante barone Tedesco che è convolato a nozze con una donna Spagnola.
Le opere, precedentemente collocate in un museo di Lugano, sono state acquistate dal Governo Spagnolo nel 1993.
Il museo vanta numerosissime sale, ci vuole praticamente mezza giornata intera per visitarlo tutto; confesso che dopo un po’, se una persona non è appassionata di arte si stanca parecchio.

Museo Thyssen-Bornemisza

Il secondo museo al quale ho dedicato un’altra mezza giornata, è il più importante sia a livello di cultura della capitale Spagnola che a livello di fama mondiale. Mi riferisco al Museo del Prado.
Tra le opere più importanti troviamo “3 maggio 1808 di Goya, “La resa di Breda” di Velazquez, “Davide e Golia” di Caravaggio, la “Morte della Vergine” di Mantenga e quello (o meglio quelli) che mi hanno entusiasmato di più sono “La maja desnuda” e “La maja vestida”, incredibili opere di Francisco Goya che vedono l’artista Spagnolo prima ritrarre questa Maja in versione “come mamma l’ha fatta” e successivamente la stessa Maja è stata ritratta vestita.
Impressionante come le due opere siano praticamente uguali, unica differenza, appunto, gli indumenti che compaiono qualche anno dopo nella seconda opera.

La maja desnuda

La maja vestida

L’ultimo museo che ho visitato, secondo me il meno interessante, è il “Reina Sofia”. Situato proprio vicino alla stazione di Atocha (sede purtroppo della strage che ha colpito la capitale Spagnola l’11 marzo 2004) il più moderno museo di Madrid vanta una serie di labirintiche sale piene delle cosiddette “opere moderne”, per intenderci quei noiosi (a parer mio) quadri con un puntino ed una riga che non mi dicono assolutamente nulla.
In mezzo a questo mare di opere incomprensibili, spicca il più importante quadro di Picasso, “Guernica” dipinto dall’autore Spagnolo nel 1937 realizzato dopo il bombardamento della omonima città durante la guerra civile Spagnola.
Picasso dipinge l’orrore di quei tempi, il quadro va rivisto più volte per capirlo (in realtà proprio di fronte all’opera vi è una spiegazione dell’iter con cui è stata realizzata).

Memorabile ciò che Picasso rispose ad un ufficiale Tedesco che fece visita al suo studio:

“Ha fatto lei questo orrore?”

“No, è opera vostra”

Esempio di arte contemporanea

Guernica

Bene, dopo questo piccolo bagno di cultura mi chiedo: che senso ha dedicare un museo ai criminali? Cosa hanno fatto di così straordinario per meritare addirittura le sale di un museo o comunque di uno spazio pubblico? Cosa hanno dato alla cultura?

Risposte che probabilmente rimarrano, come tante altre, senza risposta… Ma che leggendo l’albo sopracitato mi hanno fatto riflettere parecchio su questo aspetto.

Confesso di aver visitato un solo museo del crimine in tutta la mia vita: fu a Firenze qualche anno fa, mi spinse proprio la curiosità di capire che cosa di straordinario avessero fatto questi personaggi nell’arco della loro vita.
La risposta la trovai uscendo: NIENTE!

mercoledì 22 febbraio 2012

LA PAROLA ALL'ESPERTO... ZAGORIANO

Buonasera a tutti, per questo nuovo articolo ho pensato di fare una cosa diversa rispetto al solito "sermone". Di seguito riposrto una breve intervista ad un amico, Zagoriano fin dalla nascita e grande collezionista... GIUSEPPE ARMENISE (Trampy sul forum SCLS).

Ho chiesto a Giuseppe come nasce la sua passione per i fumetti e per il collezionismo, questo è ciò che è uscito dai suoi ricordi e dalla sua esperienza:



In che anno nasce la tua passione per il collezionismo?

Non c’è una data precisa, ho iniziato ad acquistare tutto cio’ che veniva pubblicato sul personaggio, senza volerlo mi sono ritrovato casa piena di materiale zagoriano. Poi ho iniziato a comprare i pezzi rari, tipo i calcarelli, il puzzle, il diario.

Com'è nata la tua passione per i fumetti?

E’ nata quasi con me. Ha sempre fatto parte di me, ne sono sempre stato attratto, leggerli e volare con la fantasia è stato automatico.

Perché comprare più copie di un singolo albo?



E’ una mia fissazione, lo faccio per gli albi a colori, e naturalmente, per la collezione storica di Republlica.


"Il mio amico Guitar Jim", primo albo a colori di Zagor







Da quale albo non ti separeresti mai?

Indian Circus e il cartonato verde, colorato in maniera pessima, ma che amo molto, per motivi personali ed affettivi: regalo di natale di mia nonna.



 
 

"Indian Circus"
Il cartonato verde



Qual'è il pezzo più pregiato della tua collezione?

Ne ho diversi: L’abisso Verde, L’oro del fiume spillato, la striscia e la raccoltina n°1.




La prima striscia di Zagor "Collana Lampo"

"L'abisso verde", pezzo rarissimo


Qual'è la prima cosa che guardi quando devi acquistare un albo?

La costola e e gli angoli, se hanno pieghe o taglietti passo ad un'altra copia.



Quali sono le cause che aumentano il prezzo di un albo?


La crisi economica, il costo della carta e gli editori avidi.
Sergio Bonelli ci ha abituati bene, con i suoi prezzi popolari.
Ma lui era un eccezione.


Imbustare o non imbustare?

Imbustare per meglio conservare! Luce e polvere sono deleteri.
Aggiungi ad imbustare anche il cartoncino rigido per non fare deformare l’albo.
La collezione storica a colori non la imbustero’: la leggero’ spesso, quindi niente busta!!!


Perché Zagor?



E’ sempre stato il mio personaggio preferito, l’ho scoperto a circa 5 anni, mio padre ne aveva sempre qualcuno sul comodino.
Non sapevo leggere ma mi concentravo sulle figure e lo facevo cosi’ bene da capire, in linea di massima la storia.

Imparare a leggere è stato per me un desiderio enorme: dovevo capire cosa diceva Zagor!!!
 

Possiedi tutti gli albi di Zagor? Dagli originali, alle ristampe, alle pubblicazioni esterne?

Ho la Zenith completa, una ventina di strisce originali (tra cui le prime 5) e alcune raccoltine (la n°1, come gia’ scritto) la scritta rossa prima edizione e la tutto Zagor le ho date via. Sto sostituendo la prima con una edizione nuova da edicola e la seconda con gli albi di Repubblica. Possiedo naturalmente tutte le pubblicazioni dedicate a Zagor, gli albi stranieri, il materiale “anastatico” della Mercury e tutti i gadget, tranne il libretto della Commodore.

Che insegnamenti ti ha dato Zagor nell'arco della vita?


Zagor, e quindi Sergio Bonelli, mi hanno insegnato a valutare e giudicare una persona per quello che è non per come appare.


Sergio Bonelli


Alla notizia ufficiale della ristampa a colori come hai reagito?




Ho gioito come un pazzo, avrei voluto abbracciare tutto il mondo! Non potevo parlarne con nessuno, fino alla ufficializzazione, come richiesto dall’editore, ma ho passato 2 mesi di allegria contagiosa.


Alcuni vorrebbero che Gallieno Ferri lasciasse il compito di disegnare le copertine di Zagor, tu sei sempre stato contrario. Perché?



Ferri è Zagor, Zagor è Ferri (come dice Giancarlo Orazi), fino a quando il Maestro se la sentira’ le copertine sono le sue. Magari potesse disegnare piu ‘storie di quelle che realizza.
Abbiamo gia’ “perso” Sergio Bonelli, Gallieno Ferri teniamocelo!!


Il libro di Gallieno Ferri



Ferri a parte, qual'è il tuo disegnatore preferito?



Marco Verni e Joevito Nuccio. (Naturalmente Donatelli non lo cito ma e’ sotto inteso).
Loro sono i degni eredi di Ferri.
Zagor andrebbe disegnato rispettando “i canoni” somatici del personaggio.
Le interpretazioni libere di altri disegnatori, che storpiano i tratti somatici e non riescono a disegnare per 2 volte consecutive lo stesso volto in maniera identica a quella precedente, sarebbero da “correggere”.
Il mondo dei manga è pieno di personaggi da disegnare.


Collezioni solo Zagor?



Si adesso solo Zagor, leggo e conservo anche Dago, Punisher e the Boys.

Cosa rappresenta per te il forum SCLS?


La mia “casa” su internet.
Il primo indirizzo che digito quando mi collego e l’ultimo che visito prima di spegnere il computer.



Ovviamente ringrazio Giuseppe per il tempo che mi ha dedicato e ricordo a tutti di visitare anche la pagina Facebook di Zagor: http://it-it.facebook.com/pages/ZAGOR/63810124781





Zagor e l'inseparabile amico Cico








lunedì 20 febbraio 2012

SI RICOMINCIA... A COLORI

16-02-2012, una data che per molti è una grande emozione, una data che per altri può essere un inizio. Nel primo caso mi riferisco ovviamente a tutti gli appassionati Zagoriani che da anni seguono le avventure dello Spirito con la Scure, nel secondo caso a potenziali nuovi lettori che vogliono avvicinarsi al fumetto ed a Zagor in particolare.



La cover originale del numero 1 datato 1965

L'occasione si presenta ghiotta, infatti, ogni giovedì a partite proprio dal 16 febbraio, troveremo in edicola "la collezione storica A COLORI di Zagor" in collaborazione con Repubblica/l'Espresso. Proprio in questa data esce la ristampa del numero 1 che vide la luce per la prima volta nel lontano 1961 dalla mente di Guido Nolitta (Sergio Bonelli) e dalla mano di Gallieno Ferri.
La collezione, quindi, ripercorrerà tutte le prime avventure di Zagor tramite 30 volumi brossurati ed interamente a colori accompagnati da alcune introduzioni e curiosità per mano anche di colui che è l'attuale curatore di Zagor, Moreno Burattini.
Quest'ultimo ci fornirà delle "schede identificative" dei maggiori personaggi dell'intera saga.



Prima uscita della ristampa a colori

Confesso che è una bella emozione anche per me che non ho mai letto le prime avventure dello Spirito con la Scure, farlo a colori e senza intaccare i disegni originali è un motivo sicuramente valido per occupare ancora un pò di spazio nella libreria.

Ma perché una persona che non ha mai letto fumetti o non ha mai letto Zagor dovrebbe "impegnarsi" in questa collezione? È presto detto. Innanzitutto il formato è comodo da leggere, si presenta più grande di un fumetto "formato Bonelli" ma non è neanche poi così esagerato e pesante come può sembrare.
In secondo luogo è un buon motivo per iniziare una nuova passione ed avvicinarsi ad un mondo che, purtroppo per alcuni, è ancora considerato come "una cosa da bambini".
Le storie di Zagor sono spesso fantasiose ma allo stesso tempo hanno sempre qualcosa da insegnare.

Per dare una piccola idea di qual'è l'ambientazione immaginaria della foresta di Darkwood (luogo della maggior parte delle avventure) posto un disegno qui accanto.

Darkwood sulla cartina



Non voglio dilungarmi di più su altri aspetti della saga Zagoriana, un pò per stimolare la curiosità, un pò per competenze ancora molto ridotte.
Consiglio comunque vivamente, almeno di provare a leggere qualche avventura, poi potrà non piacere, ma potrà stimolare, in qualche caso, una nuova e sana passione da condividere con tante altre persone

Alla prossima