giovedì 22 marzo 2012

MORENO BURATTINI: PASSIONE ZAGORIANA

Per questo nuovo capitolo del blog, ho deciso di dare un pò di spazio a colui che è il curatore di Zagor: Moreno Burattini (ricordo di seguire il suo blog che trovate in alto a questa pagina).Ho chiesto a Moreno com'è struturato il suo lavoro e come riesce a conciliare le mille cose che fa.

Moreno Burattini con alcune tavole di Zagor



1) Come nasce la tua passione per Zagor?


La mia passione per Zagor nasce dalle letture che ho fatto da bambino, ragazzo, adolescente, giovane uomo e che non si sono fermate mai. Sono cresciuto leggendo Zagor. Oppure, potrei dire che leggendo Zagor sono rimasto bambino.


2) Zagor, il blog, due forum, facebook, la famiglia e altre mille cose. Ma come fai?


Dormo poco la notte. Scherzi a parte, sono uno che non è messo in imbarazzo né da un foglio bianco, né da un uditorio: mi piace scrivere e parlare. Farlo mi viene facile e, di solito, quando scrivo qualcosa è buona la prima, nel senso che i testi nascono già quasi pronti per la pubblicazione, non c’è molto da correggere e cesellare. Inoltre, non ho l’abitudine di bivaccare nei bar né di stare in poltrona davanti alla televisione, per cui le ore che gli altri (che un po’ invidio) dedicano agli apertivi o al caffè del dopocena, io le dedico al lavoro (che per fortuna per me è un piacere). I miei figli sanno che non smetto mai di pensare, di avere idee, di appuntarmi le cose e mi sopportano se, anche quando sono con loro, mi metto a raccontargli un libro che ho letto.



3) Nel momento in cui ti hanno comunicato che saresti diventato il curatore di Zagor, quali pensieri ti sono passati per la mente?


Ho pensato che non avrei più potuto ripararmi dietro la responsabilità altrui, e che da quel momento in poi gli errori sarebbero stati tutti a carico mio. In realtà, era da parecchio che il lavoro pratico del curatore lo svolgevo io e Mauro Boselli si limitava a dare un’occhiata e approvare quasi tutto quel che facevo, dopo avermi fatto scuola per un paio di anni.


4) In cosa consiste il tuo lavoro di curatore della testata?


Consiste nel presentare ogni mese (a volte, in un mese ci sono anche due uscite) l’albo pronto per la pubblicazione sul tavolo del direttore editoriale (oggi è Mauro Marcheselli), dopo averne seguito la lavorazione dal soggetto fino al lettering e le correzioni finali. Devo essere garante della qualità del prodotto, e del lavoro mio e degli altri collaboratori, e ovviamente ci si aspetta da me che quel che presento sia pubblicabile (nessuno mi controlla prima). Avendo in gestione un personaggio che non ho creato io e che ha cinquant’anni di vita e una lunghissima tradizione da rispettare, si tratta di una grande responsabilità.


5) Quali sono i tuoi strumenti per documentarti nello scrivere le storie?


La prima documentazione di base è la lettura di tanti fumetti e di tanti libri, la visione di tanti film, e una grande curiosità di fondo. Serve anche una cultura generale che permetta di orientarsi nella letteratura, nella geografia, nella storia e un minimo di conoscenza dell’animo umano. Poi, una volta mi documentavo attingendo alle biblioteche (mie o altrui). Lo faccio ancora, e leggo tanti libri, ma oggi Internet facilita le cose, soprattutto nella ricerca iconografica.



6) Com’è dividere l’ufficio con Mauro Boselli?


Divertente! Mauro è un tipo imprevedibile e di una cultura mostruosa, ho tutto da imparare da lui e averlo di fronte è una scuola quotidiana.


7) Ti capita mai di avere dei diverbi con sceneggiatori/disegnatori?


No. So di altri curatori che li hanno. Io, per indole e per convinzione, preferisco parlare con tutti spiegando in modo fermo ma garbato il mio punto di vista, portandoli a convenire con me prima sull’esistenza di un problema, poi sulla possibile soluzione. Ci sono due scuole di pensiero, in tutte le aziende: una, quella che predica il pugno di ferro e i modo bruschi con i collaboratori, che devono sempre essere strigliati come le reclute dai sergenti dei marines; l’altra, che consiste nell’instaurare un dialogo con chi lavora con noi a un progetto comune per motivare le persone e farne una squadra. Io seguo la seconda linea di pensiero. Peccato che mi sia capitato spesso di avere a che fare con dirigenti che sposavano la prima.


8) Oltre a Zagor, quali fumetti apprezzi e leggi della Bonelli?


Il fumetto bonelliano rappresenta, in generale, il mio format editoriale preferito. Potrei dire che leggo tutto, ma per fare una classifica delle testate che apprezzo di più, limitandomi alle prime cinque, ecco l’elenco: 1) Zagor; 2) Tex; 3) Dylan Dog; 4) Brendon; 5) Dampyr. Considero fuori classifica i Romanzi a Fumetti, ognuno dei quali vale per sé. “Gli occhi e il buio”, per esempio, è un capolavoro.


9) Hai avuto l’immenso piacere di lavorare con Sergio Bonelli. Cosa ti ha insegnato sia nella vita personale che nella vita lavorativa?


Sergio Bonelli mi ha insegnato e dimostrato come il lavoro possa essere una passione, e quanto sia bello poter lavorare a qualcosa che ci entusiasma.

Sergio Bonelli e Moreno Burattini durante un incontro



10) Chiudo questa breve intervista chiedendoti di dare un voto al tuo operato di questi anni.


Ecco una domanda a cui trovo difficile rispondere, non perché non abbia sufficiente spirito autocritico per vedere i miei limiti o abbastanza autostima per concedermi il diritto di essere soddisfatto di me, ma perché il mio operato è così variegato e riguarda campi d’azione così doversi che non basterebbe un voto per valutarlo nel complesso (anche se poi un voto dato dal diretto interessato non avrebbe comunque un peso specifico degno di nota, perché nessuno è un buon giudice di se stesso). Posso dire di avere la presunzione di ritenermi meno apprezzato e considerato di quello che meriterei: mi capita a volte di non sentirmi tenuto nella giusta considerazione nonostante i risultati ottenuti.


mercoledì 14 marzo 2012

30 ANNI MYSTERIOSI... BUON COMPLEANNO A MARTIN MYSTERE

Sono passati 30 anni dall'ormai primo numero di Martin Mystere, storico personaggio della Sergio Bonelli Editore. Per l'occasione ho voluto intervistare un esperto della serie, nonché amico e "collega" del FORUM SCLS... Antonio Gatti (lupobianco sul portale Zagoriano).

Ho posto ad Antonio alcune domande per ripercorrere questi 30 anni Mysteriosi.


Chi è e di cosa si occupa Martin Mystere?

Potrei risponderti citandoti la breve biografia di Martin Jacques Mystere che appare nel primo numero della collana, a mo' di voce enciclopedica, sistema davvero inusuale ed innovativo di presentare il protagonista di una serie, ma suppongo che preferisci che risponda con le mie parole.
Martin Mystere è innanzitutto uno studioso. Ho perso il conto di quante lauree ha collezionato -una delle quali in Italia, a Firenze, dove ha vissuto per alcuni periodi della sua vita- è ferrato in quasi tutti i campi dell'archeologia, della storia, della letteratura, è anche un abile informatico. Insomma, direi che una delle caratteristiche salienti della personalità di Martin sia la CURIOSITA': curiosità di conoscere, di scoprire, di cercare di superare il velo di Maya delle nozioni comunemente accettate, che spesso si trasformano in pregiudizi, per arrivare all'essenza delle cose. Questo da una parte me lo fa apprezzare dannatamente, dal momento che anch'io sono culturalmente molto curioso ("fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza...") e dall'altra rende più stimolanti le sue avventure perché Martin ha una spiccata predilezione per i casi mysteriosi, a cui la scienza ufficiale non riesce a dare risposta.
Martin vive al numero 3 di Washington Mews a New York, è agiato economicamente avendo ereditato un consistente patrimonio dai genitori deceduti in un incidente ed è anche abbastanza popolare grazie ai suoi libri e ad alcuni programmi televisivi in cui si adopera per divulgare a livello popolare aspetti più o meno noti della storia, dell'occulto e della scienza in genere. Mi piace anche questo aspetto di Martin, nonostante abbia una cultura persino mostruosa non agisce da snob o da intellettuale svagato sulle nuvole, ma ha quasi come missione quella di "diffondere" anche ai non esperti i risultati delle sue ricerche o delle sue teorie, e più in generale i molti aspetti delle scienze mysteriose: questo secondo me è bellissimo!

Martin Mystere


Il suo soprannome è Buon Vecchio Zio Martin, abbreviato nella serie con la sigla BVZM. Da cosa nasce?

Ti correggo parzialmente, il soprannome sarebbe Buon Vecchio Zio MARTY. Nasce fondamentalmente dal lato molto autoironico di Martin in grado di scherzare sulla sua età non più giovanissima (è nato il 26 giugno 1942) e anche -secondo me- dal fatto che sia, come personaggio, molto umano, nel senso più letterale del termine: Martin è, al di là della enorme intelligenza e cultura, un uomo come noi, con le sue fissazioni, le sue paure, invecchia, ha i suoi difetti (la logorrea!) talvolta può avere difficoltà nei rapporti con il prossimo, anche con chi gli è più vicino come Diana e Java; per me chiamarlo "buon vecchio zio" è un modo quindi per sottolineare questo aspetto da "vicino della porta accanto" che è un aspetto della personalità di Mystere tanto quanto la sua formidabile cultura e gli aspetti più propriamente eroico/fumettistici del personaggio.

Quale autore ha creato il personaggio?

Il BVZA (Buon Vecchio zio Alfredo Castelli), che domande!


Praticamente in quasi tutte le storie è presente Java, il suo assistente. Come giudichi questo personaggio?

Geniale. Caso non certo comune di spalla del protagonista che (salvo in alcuni episodi molto sporadici e occasionati da eventi particolari) non parla se non attraverso suoni gutturali inintelligibili al lettore, ma comprensibili solo al protagonista stesso. Divertente il contrasto tra la logorrea a volte sfiancante di Martin (che durante i lunghi viaggi dei due spesso tiene vere e proprie conferenze alla Piero Angela al povero Java!) e il mutismo del neanderthaliano. Java sopperisce spesso alle situazioni in cui l'intelligenza di Martin non basta (leggi: quando c'è da menare botte da orbi!). E' un personaggio molto simpatico, fedele, strambo, anche sensibile malgrado l'aspetto rozzo.

Java, fedele assistente di Martin Mystere



Quali sono i principali nemici della serie?

I primi ad apparire cronologicamente già dal primo numero sono "Gli Uomini in Nero". La loro natura e i loro scopi vengono rivelati in maniera ancora una volta originale attraverso una domanda fittizia nell'editoriale nel n.1. Li ritroveremo molte volte nel corso della serie e -scoprirà Martin- essi hanno avuto una parte importantissima anche nelle vicende che porteranno alla morte dei genitori di Mystere. Gli Uomini in Nero sono una setta che nel corso dei secoli ha sempre cercato di nascondere, occultare o distruggere qualsiasi cosa che possa mettere in discussione la storia e la cultura "ufficiali", come noi le conosciamo; se nuove scoperte venissero a rovesciare i fondamenti etici, morali e religiosi sui quali si fonda la nostra civiltà -argomentano Gli Uomini in Nero- le élite che tradizionalmente da millenni si trovano al potere e di cui Gli Uomini in Nero fanno in qualche modo parte perderebbero la loro predominanza.
Poi c'è naturalmente Sergej Orloff. Ogni studioso avventuriero che si rispetti ha un suo rivale che spera sempre di batterlo sul tempo e nella fama; anche Indiana Jones ha la sua nemesi nell'archeologo francese Belloq, no? La differenza è che Orloff è un personaggio molto più interessante e inquietante di Belloq. Inizialmente Orloff e Martin erano amici, ed entrambi allievi di Kut Humi, la guida spirituale della mitica città di Agarthi, che aveva donato loro le armi a raggi ma aveva pure predetto che ne avrebbero fatto entrambi diverso uso. In effetti i due giovani studiosi presto si renderanno contro di perseguire scopi diversi: per Martin la scienza è un mezzo per elevare l'umanità, per Sergej una via per conseguire il potere. Dietro la copertura di rispettabile uomo d'affari, Sergej nelle avventure dell'epoca classica incrocia innumerevoli volte la strada di Martin nel tentativo di precederlo nel risolvere qualche mystero che avrebbe ovviamente giovato agli scopi dello stesso Sergej, e qualche volta effettivamente si dimostra all'altezza di Martin, anche perché dispone di mezzi molto maggiori. Sergej compare già nel numero 2 (è presente in copertina) con un aspetto davvero d'impatto: una maschera protettiva sul volto deturpato a seguito di uno scontro con Martin e Java, un lungo mantello, un'arma a raggi atlantidea installata nel braccio. In seguito, si è deciso di rendere Sergej un personaggio più sfumato; ammetto che per me il miglior Orloff è quello della storia "Orlando il Paladino"
Infine, un altro villain amatissimo dai lettori è Mister Jinx; una sorta di Mefistofele (anche dal punto di vista fisico) che usa i computer e la tecnologia invece del necronomicon :) Ma gli scopi di Mister Jinx rimangono effettivamente straordinariamente simili a quelli dell'originale diavolo tentatore, egli "tenta" gli uomini con la promessa di realizzare sogni impossibili come quello dell'eterna giovinezza, in una delle sue comparsate migliori nell'avventura "Operazione Dorian Gray"


Dove si svolgono le avventure?

In tutto il mondo!

Ci sono storie che rispecchiano la realtà?

Diciamo che, specie nelle storie di Castelli e nel periodo classico in genere, la realtà era sempre un punto di partenza dal quale poi si scatenava la potente fantasia dell'autore. Quello che contesto un po' alla gestione attuale della collana, e che è stato evidenziato prima di me da altri, è una sorta di "dylandoghizzazione" della serie in certi aspetti che rendono le trame meno ancorate ai mysteri di un tempo, almeno questa è la mia impressione.


Dall'esordio nel 1982 ad oggi come e quanto è cambiata la serie?

Molto. Alcuni elementi considerati forse ingenui oggi, come la murchadna, l'arma a raggi di Martin non ci sono quasi più. Inoltre la serie vive di una continuity maggiore rispetto alle altre collane di longue durée bonelliane (per fare un esempio, Martin oggi è sposato, nel 1982 era solo fidanzato con Diana). Inoltre è cambiata la periodicità, ci sono nuovi sceneggiatori, disegnatori. Diciamo che non sono molto soddisfatto del Martin attuale, salvo ovviamente le debite eccezioni. Manca l'entusiasmo dell'epoca d'oro, nella quale ogni storia celava una genialata, un'idea pazzesca, a volte persino una sottile presa in giro, una raffinata ironia. Oggi mi sembra che ci si limiti al compitino (vedi l'ultima storia in edicola, di gran lunga la peggiore Bonelli di questo periodo a mio avviso). Lo stesso Martin è diventato un po' troppo autoreferenziale: si lamenta dell'età e si è un po' imborghesito, mente un tempo era anche un uomo d'azione, quando occorreva. Si può parlare di periodo difficile della serie, anche se mi viene da ridere quando si dice che il personaggio "ha dato tutto": ma come? Un personaggio come Martin, che può attingere al pozzo illimitato della storia, della scienza, della tecnologia, della letteratura, dell'occulto (praticamente a tutto) che ha la fortuna di poter maturare e sottostare a dei cambiamenti al contrario di Tex, per esempio, come può "avere dato tutto"? Mi sembra un po' un alibi!


Come mai dal numero 279 la serie è diventata bimestrale?

Ai tempi il cambio di periodicità fu giustificato dal creatore della serie Castelli sulla base di offrire maggiore qualità ai lettori. Meno storie l'anno, ma più lunghe e più curate, almeno nelle intenzioni. Segno che il declino qualitativo era percepito anche dagli autori.
Poi probabilmente ci sarà stato anche un motivo legato alle vendite, come al solito in questi casi, io non sono un esperto di marketing Bonelli, non mi interessa. Sinceramente non saprei essere più preciso su quest'ultimo punto.

Martin Mystere Nà 279, "Il destino di Atlantide"



Qual'è il tuo sceneggiatore ed il tuo disegnatore preferito all'interno della serie?

Troppo facile e troppo banale :)
Lo sceneggiatore è ovviamente Castelli, senza paragone con gli altri. Di Castelli mi piace tutto quello che ha scritto su ogni serie, sono un po' di parte!
Capitolo disegnatori: su Martin Mystere hanno militato grandissimi come Villa, Casertano, Bignotti, Chiarolla, Freghieri e altri che ora dimentico. Fermo restando che il creatore grafico della serie, Alessandrini, rimane per me insuperabile sotto molti aspetti, ricordo con molto piacere le storie disegnate da Villa (come potrebbe essere altrimenti?) specialmente "Il Sabba delle Streghe" storia presente sui numeri 38-40 della serie regolare disegnata divinamente dal Nostro.
Alessandrini da parte sua sa essere spettacolare quando c'è da disegnare antiche rovine , notturni mysteriosi, insomma quando c'è da ricreare una atmosfera "alla Martin Mystere": è lui il mio preferito, in assoluto.


Recentemente hai definito, in uno scambio di messaggi, che il numero 1 di Martin Mystere è secondo te il miglior numero 1 delle serie Bonelli. Perché?

E' una storia che mi piace molto! In poche pagine conosciamo Martin e gli Uomini in Nero, vediamo ambientazioni disparate che vanno dalla casa di Mystere a New York, alle isole Azzorre dove Martin e Java scampano ad un mortale attentato degli Uomini in Nero, fino alla Grecia, al monastero ortodosso di Metereon in Tessaglia dove i protagonisti compiono un'avventurosa irruzione, finendo l'avventura nell'antico tempio di Luxor. Avventura allo stato puro, tra antichi manoscritti, femmes fatales, rovine atlantidee e molto altro tutto condito in una sceneggiatura perfetta che, malgrado i molti elementi in gioco, non da affatto l'impressione di essere frettolosa o confusa.
Alessandrini poi si è superato.
Davvero è difficile trovare un primo numero bonelliano così divertente e intenso.

Martin Mystere N° 1, "Gli uomini in nero"



Possiedi tutti i numeri fino all'attuale 319? Hai anche gli albi che esulano dalla collana mensile/bimestrale?

Ho quasi tutti i numeri della serie regolare a parte qualche buco risalente all'ultimo periodo della collana mensile (ma lì se n'erano lette veramente delle belle, anzi delle brutte!) che sinceramente non ho molta voglia di recuperare. Ai tempi proprio ero insoddisfatto. Ho tutti gli albi giganti perché molti di loro meritano davvero; i buchi maggiori li ho nei Maxi e mi manca qualche Speciale. Confido di recuperare!


Una collana extra rispetto alle uscite regolari si chiama "Storie da Altrove", puoi dirci di cosa si tratta?

E' la collana che ha come sfondo le avventure nelle varie epoche storiche della base segreta americana di Altrove, conosciuta anche dagli Zagoriani che ne hanno opinioni controverse come ben sai! Altrove si occupa dei casi inusuali per la scienza ufficiale e in questo è molto simile a Martin. Ho gradito molto l'ultima uscita "La donna che cambiò la storia d'Italia" in tema con le celebrazioni dell'Unità del nostro Paese, in cui un'agente di Altrove venuta dal futuro sventa l'omicidio di Napoleone III ad opera della contessa di Castiglione (sua amante italiana e informatrice di Cavour), omicidio che appunto avrebbe privato l'Italia dell'appoggio francese condannandola alla divisione.

Qual'è la tua storia preferita?

Sento odore di top ten!
Pronti:
10.-"Rapa Nui!" -regolare nr.42/43 -Castelli/Ricci
9.-"La morsa bianca" regolare nr.44/46 - Castelli/Cassaro
8.-"Xanadu" gigante nr.4 -Castelli/Alessandrini
7.-"Il Mistero del Nuraghe" regolare nr.34-35 - Castelli/Cassaro
6.-"Gli Uomini in Nero" regolare nr.1 - Castelli/Alessandrini
5.-"La spada di Re Artù" regolare nr.15/16 - Castelli/Alessandrini
4.-"La Falce del Druido" regolare nr.50/51 - Castelli/Freghieri
3.-"La Città delle Ombre Diafane" regolare nr.17/19 -Castelli/Cassaro
2.-"Il Segreto di San Nicola" gigante nr.1 - Castelli/Alessandrini


infine, scelta che magari stupirà molti ma di cui sono fermamente convinto (se non altro per la spiegazione sulla terapia a base di agopuntura che reputo una delle cose più geniali e divertenti che abbia letto):


1.-"Roncisvalle" - regolare nr.94-96 - Castelli/Esposito


Chiudo questa intervista chiedendoti di dare un vota questi 30 anni della serie.

Per tutte le emozioni che mi ha dato un bel 10, così la finiamo anche a tarallucci e vino ;)

mercoledì 29 febbraio 2012

UN PO' DI CULTURA: MUSEI

Circa un mese fa è uscito in edicola il consueto albo di Dylan Dog, siamo ormai arrivati al numero 305. 25 anni di incubi targati, come sempre, Sergio Bonelli Editore.

Perché mi voglio soffermare un attimo su questo albo in particolare?

Dylan Dog 305 "Il museo del crimine"

Il titolo di questo numero di febbraio è “Il museo del crimine”, fin qui nulla di strano all’interno della testata Dylandoghiana; ma se ci si ferma un attimo a pensare bene, il titolo è abbastanza inquietante (sia ben inteso, non è l’unico dell’intera saga).
Per quanto mi riguarda ho sempre pensato ad un museo come a qualcosa di straordinario per il quale vale la pena spendere qualche soldo, soprattutto se si è in un luogo che nell’arco della vita, forse, non si rivedrà mai più.

Penso a tutti i musei che ci sono a Londra, a Madrid (due città che ho visitato e che mi sono rimaste nel cuore per svariati motivi).

Londra

Madrid

Per quanto riguarda la città Inglese, un museo che mi è rimasto particolarmente impresso è quello dei trasporti (London Transport Museum) il quale ci fornisce un’ampia gamma di tutti i mezzi che sono stati usati a Londra tra la prima metà dell’800 fino ai giorni nostri.
Piantine, mezzi di locomozione, divise, video che ritraggono l’evoluzione dei trasporti nella capitale Inglese. Pensare che nella seconda metà dell’800 esistevano già tre linee della metropolitana la dice lunga su quanto tengano i Londinesi alla comodità di muoversi all’interno (ed anche all’esterno) della propria città.
Il palazzo in stile Vittoriano dove sorge questo museo è situato in Covent Garden, zona centrale e molto colorata di Londra proprio vicino alla Royal Opera House.
C’è anche la possibilità di salire su alcuni mezzi addobbati come all’epoca con manichini raffiguranti proprio le persone di un tempo, i materiali che si usavano un tempo e tante altre cose di sicuro interesse e perché no, anche di divertimento.

Una sala del London Transport Museum

Sicuramente interessante come tanti altri musei sparsi per la capitale come il British Museum che tra le opere principali vanta la “Stele di Rosetta” o la National Gallery situata nella imponente Trafalgar Square che può sfoggiare tra le attrazioni principali, opere di Michelangelo, Mantenga, Piero della Francesca, Raffaello e tantissimi altri grandi dell’arte mondiale.

Insomma, se si è a Londra non si può non far tappa, per lo meno in questi tre luoghi di cultura.

British Museum

La National Gallery nell'imponente Trafalgar Square

Per quanto riguarda invece la capitale Spagnola il discorso è bene o male simile in fatto di musei e di cultura.
Nessuno dei tre musei che sto per elencare mi è rimasto impresso in particolar modo, tutti e tre mi hanno lasciato qualcosa.

Il primo che ho visitato è il “Thyssen Bornemisza”, praticamente una gigantesca pinacoteca situata lungo il Paseo del Prado che raccoglie tutte le opere di Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza, importante barone Tedesco che è convolato a nozze con una donna Spagnola.
Le opere, precedentemente collocate in un museo di Lugano, sono state acquistate dal Governo Spagnolo nel 1993.
Il museo vanta numerosissime sale, ci vuole praticamente mezza giornata intera per visitarlo tutto; confesso che dopo un po’, se una persona non è appassionata di arte si stanca parecchio.

Museo Thyssen-Bornemisza

Il secondo museo al quale ho dedicato un’altra mezza giornata, è il più importante sia a livello di cultura della capitale Spagnola che a livello di fama mondiale. Mi riferisco al Museo del Prado.
Tra le opere più importanti troviamo “3 maggio 1808 di Goya, “La resa di Breda” di Velazquez, “Davide e Golia” di Caravaggio, la “Morte della Vergine” di Mantenga e quello (o meglio quelli) che mi hanno entusiasmato di più sono “La maja desnuda” e “La maja vestida”, incredibili opere di Francisco Goya che vedono l’artista Spagnolo prima ritrarre questa Maja in versione “come mamma l’ha fatta” e successivamente la stessa Maja è stata ritratta vestita.
Impressionante come le due opere siano praticamente uguali, unica differenza, appunto, gli indumenti che compaiono qualche anno dopo nella seconda opera.

La maja desnuda

La maja vestida

L’ultimo museo che ho visitato, secondo me il meno interessante, è il “Reina Sofia”. Situato proprio vicino alla stazione di Atocha (sede purtroppo della strage che ha colpito la capitale Spagnola l’11 marzo 2004) il più moderno museo di Madrid vanta una serie di labirintiche sale piene delle cosiddette “opere moderne”, per intenderci quei noiosi (a parer mio) quadri con un puntino ed una riga che non mi dicono assolutamente nulla.
In mezzo a questo mare di opere incomprensibili, spicca il più importante quadro di Picasso, “Guernica” dipinto dall’autore Spagnolo nel 1937 realizzato dopo il bombardamento della omonima città durante la guerra civile Spagnola.
Picasso dipinge l’orrore di quei tempi, il quadro va rivisto più volte per capirlo (in realtà proprio di fronte all’opera vi è una spiegazione dell’iter con cui è stata realizzata).

Memorabile ciò che Picasso rispose ad un ufficiale Tedesco che fece visita al suo studio:

“Ha fatto lei questo orrore?”

“No, è opera vostra”

Esempio di arte contemporanea

Guernica

Bene, dopo questo piccolo bagno di cultura mi chiedo: che senso ha dedicare un museo ai criminali? Cosa hanno fatto di così straordinario per meritare addirittura le sale di un museo o comunque di uno spazio pubblico? Cosa hanno dato alla cultura?

Risposte che probabilmente rimarrano, come tante altre, senza risposta… Ma che leggendo l’albo sopracitato mi hanno fatto riflettere parecchio su questo aspetto.

Confesso di aver visitato un solo museo del crimine in tutta la mia vita: fu a Firenze qualche anno fa, mi spinse proprio la curiosità di capire che cosa di straordinario avessero fatto questi personaggi nell’arco della loro vita.
La risposta la trovai uscendo: NIENTE!

mercoledì 22 febbraio 2012

LA PAROLA ALL'ESPERTO... ZAGORIANO

Buonasera a tutti, per questo nuovo articolo ho pensato di fare una cosa diversa rispetto al solito "sermone". Di seguito riposrto una breve intervista ad un amico, Zagoriano fin dalla nascita e grande collezionista... GIUSEPPE ARMENISE (Trampy sul forum SCLS).

Ho chiesto a Giuseppe come nasce la sua passione per i fumetti e per il collezionismo, questo è ciò che è uscito dai suoi ricordi e dalla sua esperienza:



In che anno nasce la tua passione per il collezionismo?

Non c’è una data precisa, ho iniziato ad acquistare tutto cio’ che veniva pubblicato sul personaggio, senza volerlo mi sono ritrovato casa piena di materiale zagoriano. Poi ho iniziato a comprare i pezzi rari, tipo i calcarelli, il puzzle, il diario.

Com'è nata la tua passione per i fumetti?

E’ nata quasi con me. Ha sempre fatto parte di me, ne sono sempre stato attratto, leggerli e volare con la fantasia è stato automatico.

Perché comprare più copie di un singolo albo?



E’ una mia fissazione, lo faccio per gli albi a colori, e naturalmente, per la collezione storica di Republlica.


"Il mio amico Guitar Jim", primo albo a colori di Zagor







Da quale albo non ti separeresti mai?

Indian Circus e il cartonato verde, colorato in maniera pessima, ma che amo molto, per motivi personali ed affettivi: regalo di natale di mia nonna.



 
 

"Indian Circus"
Il cartonato verde



Qual'è il pezzo più pregiato della tua collezione?

Ne ho diversi: L’abisso Verde, L’oro del fiume spillato, la striscia e la raccoltina n°1.




La prima striscia di Zagor "Collana Lampo"

"L'abisso verde", pezzo rarissimo


Qual'è la prima cosa che guardi quando devi acquistare un albo?

La costola e e gli angoli, se hanno pieghe o taglietti passo ad un'altra copia.



Quali sono le cause che aumentano il prezzo di un albo?


La crisi economica, il costo della carta e gli editori avidi.
Sergio Bonelli ci ha abituati bene, con i suoi prezzi popolari.
Ma lui era un eccezione.


Imbustare o non imbustare?

Imbustare per meglio conservare! Luce e polvere sono deleteri.
Aggiungi ad imbustare anche il cartoncino rigido per non fare deformare l’albo.
La collezione storica a colori non la imbustero’: la leggero’ spesso, quindi niente busta!!!


Perché Zagor?



E’ sempre stato il mio personaggio preferito, l’ho scoperto a circa 5 anni, mio padre ne aveva sempre qualcuno sul comodino.
Non sapevo leggere ma mi concentravo sulle figure e lo facevo cosi’ bene da capire, in linea di massima la storia.

Imparare a leggere è stato per me un desiderio enorme: dovevo capire cosa diceva Zagor!!!
 

Possiedi tutti gli albi di Zagor? Dagli originali, alle ristampe, alle pubblicazioni esterne?

Ho la Zenith completa, una ventina di strisce originali (tra cui le prime 5) e alcune raccoltine (la n°1, come gia’ scritto) la scritta rossa prima edizione e la tutto Zagor le ho date via. Sto sostituendo la prima con una edizione nuova da edicola e la seconda con gli albi di Repubblica. Possiedo naturalmente tutte le pubblicazioni dedicate a Zagor, gli albi stranieri, il materiale “anastatico” della Mercury e tutti i gadget, tranne il libretto della Commodore.

Che insegnamenti ti ha dato Zagor nell'arco della vita?


Zagor, e quindi Sergio Bonelli, mi hanno insegnato a valutare e giudicare una persona per quello che è non per come appare.


Sergio Bonelli


Alla notizia ufficiale della ristampa a colori come hai reagito?




Ho gioito come un pazzo, avrei voluto abbracciare tutto il mondo! Non potevo parlarne con nessuno, fino alla ufficializzazione, come richiesto dall’editore, ma ho passato 2 mesi di allegria contagiosa.


Alcuni vorrebbero che Gallieno Ferri lasciasse il compito di disegnare le copertine di Zagor, tu sei sempre stato contrario. Perché?



Ferri è Zagor, Zagor è Ferri (come dice Giancarlo Orazi), fino a quando il Maestro se la sentira’ le copertine sono le sue. Magari potesse disegnare piu ‘storie di quelle che realizza.
Abbiamo gia’ “perso” Sergio Bonelli, Gallieno Ferri teniamocelo!!


Il libro di Gallieno Ferri



Ferri a parte, qual'è il tuo disegnatore preferito?



Marco Verni e Joevito Nuccio. (Naturalmente Donatelli non lo cito ma e’ sotto inteso).
Loro sono i degni eredi di Ferri.
Zagor andrebbe disegnato rispettando “i canoni” somatici del personaggio.
Le interpretazioni libere di altri disegnatori, che storpiano i tratti somatici e non riescono a disegnare per 2 volte consecutive lo stesso volto in maniera identica a quella precedente, sarebbero da “correggere”.
Il mondo dei manga è pieno di personaggi da disegnare.


Collezioni solo Zagor?



Si adesso solo Zagor, leggo e conservo anche Dago, Punisher e the Boys.

Cosa rappresenta per te il forum SCLS?


La mia “casa” su internet.
Il primo indirizzo che digito quando mi collego e l’ultimo che visito prima di spegnere il computer.



Ovviamente ringrazio Giuseppe per il tempo che mi ha dedicato e ricordo a tutti di visitare anche la pagina Facebook di Zagor: http://it-it.facebook.com/pages/ZAGOR/63810124781





Zagor e l'inseparabile amico Cico








lunedì 20 febbraio 2012

SI RICOMINCIA... A COLORI

16-02-2012, una data che per molti è una grande emozione, una data che per altri può essere un inizio. Nel primo caso mi riferisco ovviamente a tutti gli appassionati Zagoriani che da anni seguono le avventure dello Spirito con la Scure, nel secondo caso a potenziali nuovi lettori che vogliono avvicinarsi al fumetto ed a Zagor in particolare.



La cover originale del numero 1 datato 1965

L'occasione si presenta ghiotta, infatti, ogni giovedì a partite proprio dal 16 febbraio, troveremo in edicola "la collezione storica A COLORI di Zagor" in collaborazione con Repubblica/l'Espresso. Proprio in questa data esce la ristampa del numero 1 che vide la luce per la prima volta nel lontano 1961 dalla mente di Guido Nolitta (Sergio Bonelli) e dalla mano di Gallieno Ferri.
La collezione, quindi, ripercorrerà tutte le prime avventure di Zagor tramite 30 volumi brossurati ed interamente a colori accompagnati da alcune introduzioni e curiosità per mano anche di colui che è l'attuale curatore di Zagor, Moreno Burattini.
Quest'ultimo ci fornirà delle "schede identificative" dei maggiori personaggi dell'intera saga.



Prima uscita della ristampa a colori

Confesso che è una bella emozione anche per me che non ho mai letto le prime avventure dello Spirito con la Scure, farlo a colori e senza intaccare i disegni originali è un motivo sicuramente valido per occupare ancora un pò di spazio nella libreria.

Ma perché una persona che non ha mai letto fumetti o non ha mai letto Zagor dovrebbe "impegnarsi" in questa collezione? È presto detto. Innanzitutto il formato è comodo da leggere, si presenta più grande di un fumetto "formato Bonelli" ma non è neanche poi così esagerato e pesante come può sembrare.
In secondo luogo è un buon motivo per iniziare una nuova passione ed avvicinarsi ad un mondo che, purtroppo per alcuni, è ancora considerato come "una cosa da bambini".
Le storie di Zagor sono spesso fantasiose ma allo stesso tempo hanno sempre qualcosa da insegnare.

Per dare una piccola idea di qual'è l'ambientazione immaginaria della foresta di Darkwood (luogo della maggior parte delle avventure) posto un disegno qui accanto.

Darkwood sulla cartina



Non voglio dilungarmi di più su altri aspetti della saga Zagoriana, un pò per stimolare la curiosità, un pò per competenze ancora molto ridotte.
Consiglio comunque vivamente, almeno di provare a leggere qualche avventura, poi potrà non piacere, ma potrà stimolare, in qualche caso, una nuova e sana passione da condividere con tante altre persone

Alla prossima

martedì 10 maggio 2011

TEX... IL SUO ROMANZO

Alcune persone si saranno chieste una volta nella vita chi sia Tex e le risposte sono sempre state ovvie o banali: “Tex è un eroe che combatte per la legge”, “Tex è un pistolero”, “Tex è un cowboy”. Queste affermazioni sono sicuramente vere ma Tex è davvero molto di più.
Come fare però a scoprirlo se una persona non ha voglia di collezionarsi centinaia di albi ed occupare intere librerie di fumetti (non sarebbe male, anzi…)? La risposta la troviamo in libreria ormai da circa un mese in uno splendido racconto di Mauro Boselli che mette Tex in prima persona in quella che è la sua vita, o meglio, parte di essa.
Per capire che siamo di fronte ad un vero e proprio romanzo basta dare un’occhiata alla copertina, assolutamente non in stile fumetto che racchiude uno scorcio del paesaggio dove sono ambientate le avventure del nostro eroe, ossia l’Ovest d’America dell’800; in quarta di copertina troviamo invece una frase che racchiude quella che è l’essenza di Tex: Peste! C’è in giro un mucchio di gente che fa di tutto per non morire di vecchiaia” . Egli è dalla parte della giustizia, cerca sempre di fare piazza pulita dei malviventi che trova sulla sua strada: sceriffi corrotti, padroni di intere città pronti a tutto pur di guadagnare qualche dollaro in più, indiani sul piede di guerra, bianchi che attaccano gli indiani… Insomma, ce n’è per tutti!
Ma Tex è sempre stato dalla parte giusta della barricata? No, assolutamente. E ne abbiamo la riprova nel primo capitolo: Ken Willer, il papà di Tex, viene ucciso da una banda di razziatori di bestiame. Tex è poco meno che vent’enne ed inizia una caccia spietata agli assassini diventando così un fuorilegge a tutti gli effetti.
Nei capitoli successivi si diramano altre avventure del nostro Ranger: il viaggio in Messico per combattere al fianco dell’amico Montales per la liberazione del paese, l’incontro con quello che diverrà il suo nemico numero 1: Mefisto,la guerra di secessione Americana (una vera e propria pazzia), fino all’incontro con Freccia Rossa, capo della tribù dei Navajos: qui incontrerà anche quella che diventerà sua moglie, Lylith (figlia di Freccia Rossa) da cui avrà poi un figlio (Kit Willer) il quale, insieme agli inseparabili Tiger Jack e Kit Carson, diventeranno i 4 pards che da 60 anni ci regalano meravigliose avventure!
Proprio grazie a Kit Carson, Tex è diventato un Ranger, un uomo che sta dalla parte della GIUSTIZIA, un uomo che non risparmia un cazzotto per ottenere ciò che vuole, un uomo che ama il suo popolo adottivo (i Navajos), un uomo che non molla mai… Un vero e proprio EROE!
Consiglio veramente a chi non conosce il personaggio di leggere questo splendido romanzo che oltre a raccontare ciò che ho appena scritto, è anche motivo di insegnamento per tutti!
Voglio dedicare questo breve articolo a coloro che nel lontano 1948 hanno creato questo monumento del fumetto italiano e non solo: GIAN LUIGI BONELLI ed AURELIO GALEPPINI: GRAZIE!! Noi quaggiù non finiremo mai di dirlo!

martedì 19 aprile 2011

BUON COMPLEANNO NATHAN

1991-2011: 20 anni, tanti quanti ne compie quest’anno uno degli eroi Bonelli: Nathan Never. Questo personaggio viene creato da un terzetto molto popolare all’interno della Sergio Bonelli Editore, ossia Antonio Serra, Michele Medda e Bepi Vigna.

Il primo numero di questa collana viene pubblicato nel mese di Giugno del 1991 ed il titolo, “Agente speciale Alfa”, viene alla luce grazie ai testi di Antonio Serra ed ai disegni di Claudio Castellini. Il tema è la fantascienza e questo primo episodio mette Nathan di fronte ad un nemico molto spietato: Aristotele Skotos. Quest’ultimo viene in possesso (tramite Eric Kleeman) di un programma che permette agli androidi di trasformarsi in assassini.

Nelle sue avventure, Nathan è spesso accompagnato dai suoi colleghi dell’Agenzia Alfa (agenzia privata di sicurezza): Branko, May Frayn (compagna di Branko), Link (un simpatico robot), Nicole Bayeux (giovanissima agente) e la mai dimenticata Legs Weaver che però ha lasciato da tempo l’Agenzia Alfa per fondare una sua personale struttura. L’Agenzia vede a capo Solomon Darver che ha sostituito Edward Reiser morto per mano di un gruppo di terroristi. Ho lasciato per ultimo, ma non certo per importanza, il genio, colui che segue gli agenti dall’interno dell’agenzia, SIGMUND BAGINOV, simpatico e particolare personaggio dotato di una spiccata intelligenza informatica, è spesso lui che fa da collante e rintraccia tantissime tracce utili a risolvere anche le missioni più difficili.

Il primo ricordo che ho di Nathan l’ho già espresso nel primo articolo di questo blog, come detto, l’amore per questo eroe è sempre stato un pò travagliato: ho sempre alternato periodi di acquisto fisso, a periodi di vuoto totale… Ma in questo periodo ho deciso di dare un’altra “chance” a questa collana di fumetti: proprio oggi, sarà in edicola il numero 239 che segna l’inizio di una nuova saga: “LA GUERRA DEI MONDI” (testi di Bepi Vigna, disegni di Germano Bonazzi) che durerà fino al 2012.

Perché un’altra chance? Perché proprio quei periodi di vuoto sono protagonisti di storie non propriamente brillanti, direi poco fantascientifiche e molto più poliziesche. Tengo a precisare che a me il genere fantascientifico non ha mai entusiasmato, così come il genere horror… Però per NN e Dylan Dog ho sempre fatto un’eccezione (è l’amore per i fumetti, non c’è altra spiegazione).

La prima saga per cercare di dare una svolta alla collana, la si ebbe con il numero 157, il titolo era “ULTIMATUM ALLA TERRA” (testi di Stefano Vietti, disegni di Roberto de Angelis e Germano Bonazzi) che vede l’inizio della guerra tra la Terra stessa e le Stazioni Orbitanti (vere e proprie città sospese nel vuoto dello spazio). Questo conflitto dura 5 numeri e si conclude con il numero 161 “LA CADUTA DI URANIA” (testi di Stefano Vietti, disegni di Roberto de Angelis). Un conflitto che segnerà in maniera forte tutte le sorti della Citta.


Nel corso degli anni ci sono state molte pubblicazioni, tutt’ora in corso, che esulano dalla serie regolare. Qui di seguito faccio un piccolo elenco in ordine cronologico di uscita, con le rispettive cover dei numeri 1:

SPECIALE (Giugno 1992) - annuale















ALMANACCO (Luglio 1993) - annuale












GIGANTE (Febbraio 1995) - annuale















AGENZIA ALFA (Maggio 1997) – semestrale












ASTEROIDE ARGO (Gennaio 2002) – irregolare












MAXI (Dicembre 2004) – annuale












UNIVERSO ALFA (Dicembre 2007) – semestrale










Dal settembre 2009, la Sergio Bonelli Editore ha deciso di mandare in edicola una Grande Ristampa che in ogni albo (bimestrale) raccoglie 3 storie del nostro Agente Speciale Alfa.
















PER ULTERIORI INFORMAZIONI… LEGGETEVI LE STORIE!!